Il
termine Oligoterapia è di origine greca (oligos = poco) e si riferisce
infatti ad un metodo terapeutico che impiega nella cura dell’organismo
quantità infinitesimali di metalli o, per meglio dire, appunto di
Oligoelementi.
Gli
Oligoelementi, definiti anche elementi in tracce (elementi traccia),
sono catalizzatori delle funzioni biologiche e sono presenti in
piccolissime quantità non solo nel corpo umano, ma in tutti gli
organismi viventi (quantità inferiori allo 0,01 % del peso corporeo).
Si possono definire catalizzatori in
quanto aiutano, regolano e promuovono tutte le reazioni chimiche e
metaboliche, gli scambi biologici e intracellulari indispensabili al
buon funzionamento del nostro organismo.
In altre parole attivano gli enzimi e velocizzano i processi enzimatici.
Non
essendoci apparecchiature per una misurazione precisa della quantità
dei singoli oligoelementi presenti nel corpo umano ed essendo tale
quantità infinitesimale, è difficile parlare di una vera e propria
carenza di Oligoelementi. Tuttavia è stato verificato che situazioni di
stress, inquinamento ambientale, abuso di farmaci, eccesso di sostanze
tossiche, malnutrizione, alterano la presenza degli atomi di metallo
nell’organismo. Ne consegue che l’integrazione nelle giuste dosi aiuta
a riequilibrare una situazione alterata che si traduce in miglioramento
o risoluzione di problemi fisici e dei loro sintomi.
Come abbiamo visto gli oligoelementi sono definiti elementi traccia
e una delle caratteristiche proprie di tali elementi è la sua capacità
di agire sull’organismo, proprio in dosaggi infinitesimali,
permettendo, sotto questa forma e quantità, l’utilizzo di sostanze
vitali che, se somministrate in dosaggi più considerevoli, potrebbero
risultare tossiche.
Da
questo principio deriva l’Oligoterapia catalitica, altrimenti detta
metalloterapia catalitica, di cui ci occuperemo nel presente trattato,
che nasce dagli studi approfonditi di Jacques Ménétrier negli anni ’30,
basata proprio sulla somministrazione di micro-quantità di
oligoelementi in soluzione gluconata, per il trattamento di disturbi
funzionali e secondo precisi modelli chiamati “diatesi”.
Ma andiamo per ordine.
In effetti l’Oligoterapia si può dividere in tre diverse specializzazioni:
Oligoterapia farmacologia:
che è un campo della medicina convenzionale. Mira al trattamento di
specifiche patologie tramite la somministrazione di minerali in dosaggi
ponderali, spesso fino ad arrivare al limite della tossicità,
possibilmente senza superarlo.
Oligoterapia integrativa o nutrizionale:
mira a garantire all’organismo il fabbisogno giornaliero di minerali,
colmando, ove necessario, le carenze tramite specifici integratori.
Spesso però, a scopo curativo, vengono somministrati dosaggi anche
superiori a tal fabbisogno. Ricordiamo comunque che l’uso di elementi
minerali in dosi massicce comporta sempre problematiche di assorbimento
e può alterare la disponibilità degli altri elementi.
Oligoterapia catalitica o diatesica: si basa, come già accennato in precedenza, sulla somministrazione di oligoelementi in dosaggi infinitesimali.
Cristiano Tenca