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Emergono le armi dell’antica guerra chimica
I resti di una guarnigione romana in Siria documentano una battaglia del terzo secolo ed offrono un colpo d’occhio su una macabra battaglia in galleria
PHILADELPHIA - I soldati romani che difendevano una guarnigione del Medio Oriente quasi 2000 anni fa andarono incontro agli orrori della guerra in un posto particolarmente insolito. All'interno di una stretta galleria, sotto la parete anteriore, i combattenti nemici impilarono quasi due dozzine di Romani feriti o morti e diedero loro fuoco, usando sostanze che emanavano vapori tossici e raggiunsero i soldati romani appena fuori del tunnel. Gli attaccanti, soldati della Persia sassanide, che si diffuse nella regione e nel Medio Oriente dal terzo al settimo secolo, adottarono un metodo brutalmente ingegnoso per penetrare il muro di cinta della guarnigione, come ha segnalato Simon James dell'Università inglese di Leicester, il 10 gennaio scorso, alla riunione annuale dell'Archaeological Institute d'America.

"Dal mio punto di vista, questa è la prima prova archeologica di un tipo guerra chimica, che fu in seguito usata dagli antichi greci antichi„ ha detto James.

La guarnigione romana a Dura (ora denominata Dura-Europos) era situata nell'attuale Siria, su una roccia che domina il fiume Eufrate.

L'assedio dei Sassanidi alla guarnigione avvenne negli anni intorno al 256 d.C. Nessuna annotazione storica esiste di questa battaglia. Il lavoro archeologico condotto sin dal 1920 presso l'antica guarnigione ha fornito una visione di feroci battaglie, anche se molto si ignora ancora circa che cosa precisamente sia accaduto. Le nuove scoperte di James illustrano chiaramente che "si può ricostruire una storia reale del campo di battaglia da ciò che gli archeologi trovano„ come ha commentato Melissa Condor, dell'Università Wesleyan del Nebraska a Lincoln. James, che ha condotto i lavori sul terreno a Dura-Europos per 30 anni, ha esaminato un gruppo di circa 20 scheletri di uomini in apparato militare, ritrovati in una galleria scavata dai Romani per intercettare gli invasori Sassanidi, che stavano scavando un altro tunnel sotto il muro della guarnigione.

I ricercatori francesi hanno supposto che, quando i Romani raggiunsero sotto terra i Sassanidi, la bocca della galleria fatta dai Romani sprofondasse. Allora i Romani bloccati furono uccisi e caddero l'uno sopra l'altro.

Anche se i resti effettivamente ostruivano l'entrata al tunnel romano, James ha messo in dubbio quella spiegazione. In primo luogo, ha analizzato le posizioni dei corpi dei soldati romani nella galleria ed ha determinato che erano state impilate deliberatamente in un mucchio, quando erano feriti o dopo che erano morti.

I Sassanidi vollero, a quanto pare, interporre una parete umana fra loro ed i Romani in avvicinamento.

Per impedire ai Romani d'avanzare, i Sassanidi ostruirono l'entrata del tunnel con pietre, prima di ammucchiare contro le vittime romane. Poi gettarono un mantello e della paglia sui Romani e diedero fuoco, usando una miscela di pece e zolfo.

Si vedono i segni di forti bruciature sul mucchio degli scheletri e delle attrezzature militari. James rileva che resti dei cristalli dei zolfo e della pece sono stati trovati vicino ai corpi, che non erano stati notati nella prima fase della ricerca.

I vapori tossici emanati dal fuoco avrebbero allontanato gli altri soldati romani che cercavano di entrare nella galleria, James ha detto.

Uno scheletro nel tunnel, che stava dal lato dei Sassanidi rispetto al mucchio dei corpi, è quello di un soldato munito di elmo di foggia sassanide, armato d'una spada. James suppone che fosse uno di coloro che avevano appiccato il fuoco e non fosse riuscito a fuggire prima di soccombere ai vapori.

La ricerca fuori terra a Dura-Europos indica che, piuttosto che cedere, i residenti della guarnigione cominciarono a combattere per le strade della città caduta in mano ai Persiani. Ma in seguito tutti, persino i vincitori Sassanidi, abbandonarono il luogo. La guarnigione stava in una terra di nessuno, desolata, che la rendeva inutile e sgradevole per i conquistatori, una volta che i Romani erano stati sgominati.

Di conseguenza, la prova materiale dell'assedio è rimasta sul posto, compresa una voluminosa rampa d'assalto costruita fino alle mura della guarnigione.

James ritiene che la rampa di assalto fosse usata per portare su un certo tipo di macchine d'assedio, sino alle mura della guarnigione.

di Bruce Bower
(11 Gennaio 2009)

link: http://www.sciencen ews.org/view/ generic/id/ 39814/t.. .

http://www.laportad eltempo.com/ news.asp? ID=3751



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