08/02/15
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Quel cristallo rende invisibili è di 2 centimetri, ma crescerà
Un altro passo verso il sogno del "mantello" che nasconde alla vista. Il prototipo realizzato nei laboratori di Birmingham, in Inghilterra, grazie ai cristalli di calcite delle conchiglie. "Apre la strada a future applicazioni con oggetti d

di ELENA DUSI

UN PASSO avanti verso l'invisibilità. Un "mantello" che nasconde gli
oggetti esiste da oggi nel laboratorio di fisica dell'università di
Birmingham. Per questo grande salto dalla fantascienza alla realtà
bisogna ringraziare le conchiglie e i loro cristalli di calcite. È
infatti la loro capacità  -  a livello microscopico  -  di riflettere e
rifrangere i raggi di luce in maniera del tutto particolare che crea
l'illusione ottica di un oggetto cancellato dalla vista.

Chiamare
"mantello" questo prototipo è in realtà esagerato: si tratta di una
coppia di prismi di calcite affiancati l'uno all'altro delle dimensioni
di un paio di centimetri. Funziona solo quando è colpito da un raggio di
luce con determinata polarizzazione e incidenza, e per il momento non
ha applicazioni pratiche. Ma è comunque la prima volta, spiegano i
ricercatori guidati da Xianzhong Chen su Nature Communications
di martedì, che si ottiene "un mantello di dimensioni tanto grandi da
essere apprezzabili dal nostro occhio, capace di funzionare alla
lunghezza d'onda della luce visibile e di nascondere oggetti
tridimensionali. In pratica, abbiamo realizzato uno strumento che per la
prima volta soddisfa la definizione corrente di mantello
dell'invisibilità" e "apre la strada a future applicazioni con oggetti
di più grandi dimensioni". I prismi di calcite "trasformano una
superficie con una sporgenza in una superficie piatta" e grazie alla
loro
abbondanza in natura permettono di saltare "quel lungo processo
di manipolazione dei nanomateriali" che veniva utilizzato finora.

La
"ricetta" per costruire un mantello dell'invisibilità risale  -  ma
solo come idea teorica  -  a cinque anni fa. Da allora in vari
laboratori del mondo sono iniziati gli esperimenti per tradurre le
formule fisiche scritte sulla carta in realtà. Solo pochi giorni fa,
usando una tecnica simile, gli scienziati del Massachusetts Institute of
Technology sono riusciti a rendere invisibile il logo "Mit" della loro
università dopo averlo piazzato sotto ai prismi di calcite. Il loro
esperimento è stato pubblicato su Physical Review Letters.

Prima
della brillante soluzione fornita dalle conchiglie, al posto dei
cristalli si usavano materiali costruiti pazientemente in laboratorio
con le tecniche della nanotecnologia, cesellando le molecole al livello
dei miliardesimo di metro. Questo processo ha portato negli anni passati
a "mantelli dell'invisibilità" molto piccoli, osservabili solo con il
microscopio.

Per ottenere un "mantello" bisogna creare strutture
in grado di riflettere e curvare le radiazioni della luce in modo molto
peculiare: piegando il loro percorso come se la luce provenisse dal
retro dell'oggetto da nascondere anziché dalla sua parte frontale. I
fisici usano spesso l'esempio di un sasso in mezzo al fiume: in un primo
momento il flusso della corrente ne viene deviato, ma poi, man mano che
oltrepassa il sasso, l'acqua torna a curvare fino a riprendere la
direzione che aveva prima, come se l'ostacolo non fosse mai esistito.
Fino alla scoperta dei cristalli delle conchiglie, si credeva che
materiali capaci di manipolare e piegare i raggi luminosi in maniera
simile non esistessero in natura. In realtà i cristalli delle conchiglie
erano a portata di mano. Bastava solo guardare meglio.

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