I ricercatori hanno proceduto calcolando la quantità di acqua che sarebbe richiesta per produrre vari livelli di sollevamento delle acque, e valutando in seguito quanto fossero realistiche le quantità richieste
Entro l’anno 2100, la fusione del ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide determinerà, secondo le previsioni di alcuni modelli elaborati finora, un consistente innalzamento del livello degli oceani.
Secondo uno studio ora pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Science” tali stime sarebbero da considerare irrealistiche, e una stima più accurata dovrebbe attestare il sollevamento della superficie dei mari tra 0,8 e 2 metri.
Questi risultati, ottenuti da W.T. Pfeffer dell’Università del Colorado a Boulder, in collaborazione con J.T. Harper dell’Università del Montana a Bozeman e S. O'Neel dello Scripps Institute of Oceanography di La Jolla, in California sono il frutto di un approccio innovativo.
Mentre in passato la maggior parte degli studi si è basata sulla valutazione dei singoli contributi di scaricamento del ghiaccio in acqua da parte sia della Groenlandia sia dell’Antartide, Pfeffer e colleghi hanno proceduto in senso inverso, calcolando la quantità di acqua che sarebbe richiesta per produrre vari livelli di sollevamento delle acque, e valutando in seguito quanto fossero realistiche le quantità richieste.
Nel caso del sollevamento di due metri, il risultato del calcolo è superiore a qualunque quantità registrata finora, anche se occorrono nuovi studi per poter raffinare ulteriormente le stime su una questione tanto importante per l’equilibrio ambientale del pianeta. (fc)
(06 settembre 2008)
http://lescienze. espresso. repubblica. it/articolo/ articolo/ 1333164