08/02/15
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Le centrali nucleari
E al posto delle centrali cosa ci mettiamo?
Fabrizio Nencioni

















Dopo il terremoto e lo tsunami che ha investito il Giappone l’11 marzo, è tornato di nuovo alla ribalta il fattore sicurezza delle centrali nucleari.

Un terremoto di intensità massima della scala Richter ha colpito il Giappone seguito da uno tsunami, ed entrambi gli eventi si sono abbattuti su una vecchia centrale nucleare, quella di Fukushima, con un sistema di sicurezza inadeguato e mantenuto con costi al risparmio.

L’incidente nucleare avvenuto negli USA a Three Mile Island nel 1979, che può essere preso come esempio di incidente nucleare in un paese occidentale dove le misure di sicurezza sono rispettate enormemente di più che in paesi come la vecchia U.R.S.S. di Cernobyl, causò ben poche uscite di radiazioni. Se le altre fonti di energia convenzionale come quella fossile non causassero danni, l’impatto del nucleare peserebbe molto di più.

Ma le energie fossili, come ben sappiamo, sono molto inquinanti e il carbone lo è molto di più. Il combustibile fossile (gasolio, olio combustibile) produce anidride solforosa, anidride carbonica, ossido e monossido di carbonio, ozono, tutti gas che incrementano l’effetto serra ed inquinano pesantemente le nostre città. Anche il metano non possiamo dire che è ecologico producendo, con la sua combustione, anidride carbonica e di metano ogni giorno e come tutti ben sappiamo, ne viene consumato moltissimo per riscaldamento specialmente in occidente.

Sono un fermo sostenitore delle energie rinnovabili e credo che se nel nostro paese si fosse dato ampio spazio alla ricerca e alla progettazione (come è accaduto in Spagna, in Germania, in Svizzera) delle fonti solari ed eoliche, molte abitazioni se non interi paesi, potrebbero essere stati, già a oggi, autosufficienti dall’energia elettrica della rete nazionale.

Il punto è che se le centrali nucleari venissero improvvisamente chiuse non si andrebbero ad usare le fonti energetiche che vengono tanto invocate dagli ambientalisti, ma i combustibili fossili. E da tutti i punti di vista (cambiamento climatico, impatto dell’estrazione, inquinamento locale, infortuni sul lavoro e morti e perfino emissioni radioattive), il carbone viene spesso ritenuto più inquinante dell’energia prodotta dall’atomo.

Non è pensabile né credibile che la rete elettrica che fornisce energia alle ferrovie, alle industrie, alle fornaci, ad intere città, possa approvvigionarsi dal solare o dall’eolico e questo per l'enorme quantità di gigawatt necessari ogni giorno in ogni nazione del mondo.

E riguardo alle fonti di energie “pulite”, c’è da dire che alle alte latitudini come in Gran Bretagna, il solare non è assolutamente proponibile.

L’eolico, nelle aree densamente popolate, è talvolta di difficile realizzazione perché le stesse aree sono spesso costruite al riparo dai venti e le energia cosiddette rinnovabili, per essere veramente efficienti, hanno strettamente bisogno di un percorso breve dal luogo di produzione a quello di utilizzo.

Le bugie che ci vengono propinate sul nucleare sono molte e veramente detestabili, è evidente l’esistenza di enormi interessi in gioco, come tra Francia e Italia sulla costruzione delle centrali, ma non ci sono soluzioni ideali.

Tutte le tecnologie energetiche comportano un costo, come la loro assenza; la soluzione veramente ideale sarebbe una diminuzione dei consumi, ma è realmente una soluzione percorribile?
Nessuno comunque menziona mai questa possibilità, nemmeno gli ambientalisti.




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