08/02/15
Studio italiano conferma potere antiage della proteina Creb1. Si produce se si assumono meno calorie. Più salute per la gente e anche per il pianeta.
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"Chi ha paura di sognare
e' destinato a morire"
Bob Marley
 


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Riflessioni sui trapianti di organi
Cosa può accadere in vita e dopo la morte?
Fabrizio Nencioni















Quella dei trapianti di organi è una questione molto controversa, specialmente in Italia.
La priorità della medicina è sempre salvare la vita umana della persona che deve ricevere l’organo, a totale scapito della persona che, viene reputato, sta per morire o è stata identificata dai medici nella cosiddetta "morte cerebrale", cioè con l'elettroencefalogramma piatto.
Ricerche reperibili anche su internet ci dicono che non sempre l'elettroencefalogramma piatto corrisponde a morte cerebrale (vedi allegati).
L'espianto dell’organo da trapiantare viene sempre e comunque fatto a cuore battente, cioè mentre la persona è ANCORA VIVA e quindi si può dire che questa muore mentre e perchè gli vengono espiantati gli organi da trapiantare.
E detto questo non si può fare a meno di pensare a tutte le polemiche che esistono sull'eutanasia.

Questo articolo vuole solo essere uno spunto di riflessione affinché chi decide di donare i propri organi lo possa fare coscientemente sapendo come avviene l’espianto, e cioè a cuor battente quando i medici hanno decretato la cosiddetta “morte cerebrale” e far conoscere a chi non vuol donare i propri organi, che è necessario lasciare una "Dichiarazione Autografa d'opposizione all'espianto" perché questo non avvenga, altrimenti la medicina può procedere comunque.

Allegato a quest’articolo c’è un pdf, estratto dal sito www.antipredazione.org, dove vengono spiegate in sommi capi sia le cose scritte sopra riguardo alle tempistiche e alla modalità degli espianti degli organi, che come scrivere la "dichiarazione autografa".  
Spiegazioni complete le potete trovare direttamente sul sito.

Non entro in merito alla questione etica se sia giusto o meno donare gli organi per salvare una o più vite umane e permettere così a qualcuno di prolungare la sua: ognuno di noi ha la sua visione del mondo e della realtà e non è il caso di entrare in giudizi sul giusto e sullo sbagliato; il giudicare è fuorviante perchè ci divide in buoni e cattivi.
Il giudizio ci separa sempre gli uni dagli altri; solo l’accettazione della diversità ci riporta alla realtà ultima, non certo quello che le istituzioni e le religioni vorrebero stabilire per noi.

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1) Molte ricerche e studi in merito, non fanno assolutamente ritenere che la mente sia locata in una specifica parte del nostro corpo, in particolare nel cervello dove è stata identificata per millenni.
Sembra proprio che la mente sia dovunque nel nostro corpo e se è dovunque può essere in ogni cellula, come in ogni cellula può trovarsi il "soffio vitale" che ci permette di vivere organizzando i miliardi di funzioni che esistono ogni secondo in un corpo umano.

2) Un corpo umano che riceve un organo di un'altra persona, ha bisogno per tutta la durata della sua esistenza di farmaci che contrastino il rigetto; un corpo rigetta SEMPRE un organo trapiantato, non lo riconosce per suo e non lo vuole. La cornea può essere trapiantata e anche il sangue di un’altra persona può essere ricevuto ma gli organi, evidentemente, sono qualcosa di molto diverso.

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Credo che alla morte del corpo fisico la nostra “essenza” o “spirito”, o “anima”, continui ad esistere; come era prima della nostra nascita, o meglio, prima del nostro concepimento.

Per i due motivi che ho sopra esposto, sono dell’idea che donare un’organo possa significare che chi muore, non muore fino in fondo con possibili e non indifferenti conseguenze sul piano animico.
Dall’altra parte ricevendo un organo, sembra evidente che si sommino due energie incompatibili; e questo lo dimostra il fatto che è necessario per chi subisce un trapianto, assumere un'agente chimico, la ciclosporina (che è il farmaco principale antirigetto) per tutta la durata della sua vita.

Secondo il pensiero buddhista tibetano, che mi trova concorde, donare un organo è un atto di generosità. C'è bisogno però della volontà del donatore che avviene, per esempio, se chi dona uno o più organi appartiene all'A.I.D.O (Associazione Italiana Donatori di Organi).

Questa volontà non ci può essere quando a decidere l'espianto, che ripeto avviene a cuore battente, sono i genitori di un figlio in coma a causa di un incidente stradale e dichiarato in "morte cerebrale" dai medici.



Questo vuol rimanere solo e soltanto uno spunto di riflessione, tenendo sempre conto che l’esistenza è e rimane comunque un mistero.










Morte cerebrale (doc)

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